Mirra: una resina che guarisce le ferite

Mirra: una resina che guarisce le ferite

La Mirra è legata a un mito che, questa volta, non racconterò.

Perché?

Perché lo trovo troppo doloroso, anche se rende perfettamente l’idea del suo potere di guarigione.


Preferisco soffermarmi sulla Mirra come dono dei Re Magi alla nascita di Gesù, ad esempio.

Da bambina chiedevo spesso: “Cosa sono l’Incenso e la Mirra?” ma nessuno riusciva mai a darmi una risposta davvero esaustiva.

Nel racconto dell’Epifania la Mirra è uno dei tre doni dei Magi, insieme a oro e incenso.

Se l’oro simboleggia la regalità e l’incenso la divinità, la Mirra rappresenta l’umanità di Gesù: la parte mortale, fragile e sofferente.

Un simbolo potente che ci ricorda che la vera guarigione non è l’assenza di ferite ma la capacità di trasformarle in luce.

In questo senso la Mirra è un dono prezioso anche per noi: un invito a riconoscere la bellezza nascosta nel dolore e la forza che nasce dalle cicatrici.

L’Incenso ha mantenuto una certa notorietà mentre la Mirra, discreta e profonda, è rimasta più nell’ombra.

Profonda, quasi amara, riscaldante e speziata: la Mirra è la resina estratta da un albero spinoso e disordinato, la Commiphora myrrha, che cresce in climi aridi e desertici, soprattutto in Somalia.

Come tutte le resine cura le ferite,  quelle della pelle e quelle invisibili dell’anima.

Fu uno degli ingredienti principali dell’Olio Santo, la cui formula, si dice, fu rivelata a Mosè direttamente da Dio.

Gli antichi Egizi la amavano profondamente: la bruciavano ogni giorno, a mezzogiorno, nei templi dedicati al dio Sole.

La utilizzavano per le imbalsamazioni ma anche in unguenti per la cura della pelle e della bocca.

Anche nel mondo greco-romano la Mirra era preziosa: disinfettante, cicatrizzante, usata per le affezioni respiratorie e per tutti i disturbi legati alla bocca e alla gola.

In cosmesi serviva a creare profumi regali, a rinforzare i capelli, a rendere la pelle profumata.

Era considerata anche un potente afrodisiaco: nel Cantico dei Cantici, l’amore tra Salomone e Sulamita emanava un profondo profumo di Mirra:

Mentre il re è sul suo divano,
il mio nardo effonde il suo profumo.
L’amato mio è per me un sacchetto di mirra, passa la notte tra i miei seni.
L’amato mio è per me un grappolo di cipro nelle vigne di Engàddi.
Quanti sei bella, amata mia, quanto sei bella! Gli occhi tuoi sono colombe.
Come sei bello, amato mio, quanto grazioso! Erba verde è il nostro letto, di cedro sono le travi della nostra casa, di cipresso il nostro soffitto”.

 

Sul piano fisico, l’olio essenziale di Mirra è indicato per eczemi, dermatiti, psoriasi, micosi, ferite e per i disturbi della bocca come gengiviti, afte, piorrea.

È anche un ottimo espettorante, utile in caso di catarro persistente e affezioni respiratorie.


Sul piano sottile, l’olio essenziale di Mirra ci invita a reagire e rialzarci.

A non arrenderci di fronte alle difficoltà.

Aiuta a sciogliere pensieri fissi e blocchi interiori, fisici o mentali.

È un condottiero silenzioso che ci guida nei momenti di smarrimento, quando la vita ci chiede di conciliare visioni diverse.


Ovviamente si sposa magnificamente con l’Incenso ma, essendo entrambi note di base molto intense, potete alleggerirli con una nota agrumata: insieme al Limone si crea immediatamente un’atmosfera luminosa.


Un abbraccio profumato,

Alice Chiara 🌸

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