
Qual è la differenza tra profumo sintetico e profumo naturale?
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Partiamo da un presupposto importante: io non amo demonizzare nulla.
Non mi piacciono gli estremismi e credo profondamente nella libertà di scegliere ciò che ci fa stare bene.
La mia vuole essere solo una spiegazione chiara e, spero, utile sulla differenza tra un profumo di sintesi, cioè composto da molecole riprodotte in laboratorio, e un profumo naturale, realizzato con essenze estratte direttamente dalle piante.
Entrambi parlano di chimica, perché anche la natura è chimica.
Questo ricordiamolo sempre.
L’esempio più semplice?
Se compri un profumo con rosa e neroli di sintesi, stai acquistando una fotografia.
Se compri un profumo con rosa e neroli naturali stai acquistando la pianta stessa, con tutta la sua energia viva e le sue proprietà.
Comprendi la differenza?
Il primo profuma, può essere gradevole, stop.
Il secondo agisce sul corpo, sulla mente, sulle emozioni.
Gli oli essenziali non sono semplici profumi, anche se contengono molecole odorose: sono elisir complessi che si prendono cura di noi a più livelli.
E qui arriva la risposta alla domanda che vi ho posto la scorsa settimana:
“Perché un profumo sintetico dura di più rispetto a uno naturale?”
La risposta è semplice: nei profumi di sintesi vengono aggiunti fissativi che ne prolungano la persistenza (che non è proprio sempre un bene, anche se pare che si cerchi soprattutto la persistenza ormai nei profumi, come fosse il miglior pregio).
Il cervello fa più fatica ad archiviarli perché ci mette di più a riconoscerli.
Pensiamo solo a profumi sintetici di fragola, mirtillo, banana per esempio: secondo voi sono identici a quelli naturali?
Assolutamente no, tanto è vero che nemmeno si possono estrarre!
E’ chiaro che il nostro cervello non può riconoscerli e archiviarli nell’immediato.
Poi, ovviamente, c’è anche tutto il discorso delle note e della loro diversa persistenza, sia nel profumo sintetico ma anche in quello naturale.
E anche la complessità di un’essenza, ovviamente.
La Rosa Damascena, ad esempio, ha più di 400 composti chimici all’interno, ecco perché la rosa sintetica e quella naturale sono così diverse.
Tornando all’olfatto…
Quando odoriamo qualcosa le molecole aromatiche arrivano al sistema limbico, la parte del cervello dove risiedono emozioni e ricordi.
Io lo immagino sempre come una grande biblioteca piena di cassetti, dove piccoli bibliotecari cercano le cartelle giuste:
“Questo lo conosciamo?
Questo è nuovo?
Questo profumo dove l’abbiamo già sentito?”
Ecco perché certi profumi ci commuovono, ci calmano o ci riportano indietro nel tempo (ho proprio parlato dell’effetto madeleine in questi giorni sui social).
Il cervello li riconosce, li accoglie e poi li archivia.
E se dopo un po’ non sentiamo più un olio essenziale in diffusione è solo perché il nostro corpo l’ha riconosciuto, non perché non funzioni più.
Anzi, è il segno che si è integrato con noi.
Viviamo in un’epoca di sovrastimolazione olfattiva: profumi forti, persistenti, stratificati, che coprono ogni odore naturale.
Abbiamo perso la capacità di sentire davvero: l’odore della pioggia, degli alberi, delle persone.
Ma possiamo riapprenderla, lentamente, tornando ad ascoltare.
Nel tempo abbiamo perso più o meno il 60% del nostro olfatto rispetto ad altri animali.
Questo dovrebbe farci riflettere.
Un abbraccio profumato
Alice Chiara 🌸